Recentemente la stampa italiana ha dato molto risalto a un incidente verificatosi allo scalo di New York lo scorso 2 gennaio tra un Airbus A330 di ITA Airways e un Bombardier CRJ-900LR di Delta Connection. Come spesso accade, le ricostruzioni – fornite anche da noti quotidiani nazionali – sono improntate a uno sfrenato sensazionalismo, per cui l’obiettivo di questo articolo è quello di fornire dati reali, senza creare inutili allarmismi o descrizioni che nulla hanno a che fare con la realtà.
Partiamo quindi dall’inizio. Alle 14:48 locali del 2 gennaio 2023, l’Airbus A330-202 EI-EJM “Juri Chechi” di ITA Airways incaricato di compiere il volo ITY/AZ610 inizia il rullaggio a Fiumicino, portandosi sulla testata della pista 25, da dove poi decolla alle 15:02. Dopo 9 ore e 18 minuti di volo, l’aereo atterra regolarmente sulla pista 22L dell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York, alle 18:20 locali.
Una volta concluso l’atterraggio, l’equipaggio dell’aereo ITA Airways riceve istruzioni dal controllo di terra di percorrere la via di rullaggio J destra che successivamente cambia nome in via di rullaggio A, in modo da potersi avvicinare all’aerostazione e al gate designato per lo sbarco.
In attesa sul raccordo KF – il primo a destra del settore sud della via di rullaggio A dell’aeroporto newyorchese – c’è un bimotore Bombardier CRJ-900LR (CL-600-2D24) con marche N928XJ di Delta Connection, operato da Endeavor Air: una compagnia regionale di proprietà di Delta Air Lines. L’aereo americano è appena arrivato da Detroit come volo EDV4994/DL4994, ed è atterrato solo 3 minuti prima dell’aereo ITA, sulla stessa pista 22L.
Alle 18:26 ora di New York, l’Airbus A330 ITA Airways in rullaggio sul raccordo A passa a fianco del retro del Bombardier N928XJ Endeavor Air e l’estremità della sua semiala destra entra in contatto con la coda dell’aereo in attesa.
L’urto non è particolarmente violento, tant’è che non sono gli equipaggi degli aerei coinvolti a segnalare per primi il fatto al controllo di terra, ma è uno dei piloti di un terzo aereo che si trova nei pressi – un altro Bombardier Delta Connection/Endeavor Air, questa volta con marche N927XJ e volo EDV4901/DL4901 proveniente da Raleigh-Durham nella Carolina del Nord e atterrato allo scalo JFK alle 18:10 – ad informare via radio: «Ehi, [controllo di] terra, qui Endeavor 4901. Abbiamo appena visto… Sembra che l’Air Italia (sic) abbia appena colpito uno degli aerei Endeavor qui sul [raccordo] KF».
Subito dopo l’equipaggio dell’aereo colpito comunica: «Sì, salve. Immagino che il nostro posteriore… La nostra coda non fosse del tutto libera perché c’è un po’ di intasamento qui sulla rampa KF. E l’aereo che ha rullato dietro di noi, credo che la sua ala… La punta dell’ala abbia colpito la coda del nostro aereo».
L’aereo che segue l’Airbus ITA sulla via di rullaggio A (un Airbus A220-100 di Delta Air Lines con marche N118DU e proveniente da Boston come volo DL539) segnala in risposta al Bombardier Endeavor ancora fermo sul raccordo Kilo Foxtrot: «[Qui] Delta 539, siamo proprio dietro l’aereo. C’è un grosso pezzo al suolo dietro al vostro velivolo”. I piloti dell’aereo urtato rispondono: “Sì, credo che sia un pezzo mancante della loro ala mentre rullavano. Dopo [l’urto] abbiamo sentito una specie di forte turbolenza sull’aereo».
A quel punto il controllo di terra chiede se l’aereo colpito ha bisogno di assistenza e l’equipaggio risponde di avere necessità di un controllo da parte del personale di terra. Inizialmente viene allertato il mezzo n.93 dello scalo, ma successivamente per sicurezza viene emesso un allarme di livello 2 che allerta i veicoli di emergenza, tra i quali il n.2 è quello che risponde per primo e che contatta i piloti dell’aereo americano.
Successivamente è il controllo di terra ad avvertire dell’incidente l’equipaggio del volo ITA Airways 610 che risponde semplicemente di essere in procinto di parcheggiare e di avere intenzione di effettuare un controllo immediatamente dopo.
La vicenda si conclude con la constatazione che nell’urto l’Airbus A330 ITA Airways ha perso la winglet – ovvero l’aletta di estremità inclinata della semiala destra, un pezzo metallico di 2,74 metri di lunghezza che serve a migliorare l’efficienza aerodinamica – e con il conseguente blocco di entrambi gli aerei per controlli tecnici. La segnalazione del cosiddetto “incident” viene registrata il 6 gennaio 2023 presso la Federal Aviation Administration e come sempre avviene in questi casi si aprirà un’inchiesta volta a migliorare le condizioni di sicurezza dei voli e ad evitare il ripetersi di eventi simili.
Gli oltre 200 passeggeri che avrebbero dovuto rientrare a Roma con lo stesso aereo incidentatosi sono costretti a trascorrere un giorno in più a New York. Uno dei passeggeri del volo, Salvo Pizzo – dipendente del call center ITA – dichiara: “Gli incidenti sono imprevedibili, quindi non si può colpevolizzare nessuno. Se l’aereo è stato danneggiato è ovvio che non poteva mettersi in volo. In ogni caso il personale della compagnia aerea ha affrontato l’emergenza con grande professionalità ed umanità. Tutti i passeggeri sono già stati accompagnati in pullman in un hotel”. I passeggeri del volo ITA rientrano poi a Fiumicino il 3 gennaio con l’Airbus A330 EI-EJP “Tazio Nuvolari”, atterrato regolarmente alle 11:33 locali del giorno 4.
La compagnia emette una nota informativa: In merito a quanto accaduto nelle fasi successive all’atterraggio del volo del 2 gennaio 2023 presso l’aeroporto di New York JFK, ITA Airways comunica di aver attivato le procedure interne per ricostruire le circostanze e, qualora ne ricorrano i presupposti, fornirà totale collaborazione con la massima trasparenza alle Autorità preposte. Nel sottolineare come simili episodi di lieve entità si verifichino non di rado specialmente negli aeroporti molto congestionati soprattutto nella movimentazione a terra come, tra gli altri, New York JFK, ITA Airways dichiara di operare sempre nel rispetto di tutti i requisiti di safety dettati dalle autorità competenti. A tal proposito la Compagnia adotta sempre tutte le necessarie misure e procedure per garantire la massima sicurezza dei propri passeggeri, elaborandole e migliorandole continuamente nell’ottica aeronautica di prevenzione, come fatto anche per il volo in questione.
Astenendoci dall’emettere sentenze, poiché solo la FAA dopo le indagini potrà farci sapere nel dettaglio cos’è successo e di chi è la responsabilità dell’accaduto, dalle registrazioni delle comunicazioni via radio dello stesso equipaggio Endeavor parrebbe che la coda del loro aereo occupasse più spazio del dovuto sulla via di rullaggio A del JFK, per cui l’equipaggio dell’A330 ITA Airways, che quasi certamente stava percorrendo lo stesso raccordo centralmente, non si era reso conto dell’effettiva vicinanza tra la coda del Bombardier e la semiala destra dell’Airbus, il che ha provocato l’urto. Dalle informazioni ricevute, lo stesso controllo di terra ha dedotto l’ingombro eccessivo dell’aereo USA sul raccordo (dalle registrazioni radio: “L’aereo sulla KF era parzialmente sulla A, da quello che abbiamo capito”).
In ogni caso, l’A330 “Juri Chechi” è felicemente rientrato a Roma con un volo AZ8007 ferry flight senza passeggeri, decollando da New York il giorno 11 gennaio alle 20:45 (orario locale) e atterrando il giorno successivo a Fiumicino, alle 10:08 ora italiana. Nel momento della redazione di questo articolo, l’Airbus si trova nell’hangar Avio 3 di Fiumicino, dov’è sottoposto a un approfondito controllo da parte del personale tecnico, che successivamente dovrà effettuare la riparazione dell’estremità alare e l’applicazione di una nuova winglet.
Fonti: Avionews, Federal Aviation Administration, FlightAware, FlightRadar24, Canale YouTube “You can see ATC”, Today Attualità, Tele Occidente, La Repubblica, La Stampa
Difficile che sia partito alle 8:19 a NY e atterrato alle 10:08 a FCO …
Corretto l’orario, grazie per la segnalazione.
Altrettanto difficile che sia rientrato “felicemente”
felicemente
/fe·li·ce·mén·te
avverbio
In maniera conforme a ogni esigenza e aspettativa.
Un urto che stacca una winglet di quasi 3 metri di un A330 e distrugge i piani di coda di un Bombardier CRJ 900 francamente non lo definirei episodio di “lieve entità”.
A tal proposito sarebbe interessante vedere la foto del danno di “lieve entità” del CRJ visto che secondo alcune fonti il danno è assai ingente e comunque se l’A330 è ancora fermo in hangar dopo oltre 20 giorni non si tratta certo di danno di “lieve entità”.
Per il resto è ovvio che gli incidenti accadono e possono accadere ma usare un linguaggio per cercare di sminuire o peggio allargare le responsabilità non è ne serio ne elegante, quando un aereo che rulla urta un’altro aereo che è fermo che quello fermo invada una taxiway oppure no non ha nessun significato, al massimo è un fattore contributivo all’incidente ma non toglie nessuna responsabilità a l’aereo che sta rullando che deve sempre e comunque assicurarsi che abbia lo spazio per passare
Morena, qui non si tratta di soppesare le singole opinioni, ma di attenersi ai fatti. E i fatti affermano che l’NTSB – ovvero l’ente preposto alla sicurezza dei trasporti USA – non ha nemmeno ritenuto opportuno inviare un investigatore sul luogo dell’incidente occorso all’A330 ITA Airways a JFK, come risulta dal documento preliminare già pubblicato. Questo perché eventi del genere accadono molto di frequente ovunque e lo scomposto urlare “al lupo, al lupo” perseguito dalla stragrande maggioranza della cosiddetta informazione qui in Italia non giova a nessuno, se non alle tasche di chi attrae “gonzi” con titoloni ad effetto. Personalmente non seguo questa strada e ritengo che dobbiamo sicuramene rallegrarci che nessuno si sia fatto male, ma dobbiamo anche attenerci solamente alle conclusioni che ci daranno gli inquirenti, invece di addossare responsabilità ed emettere sentenze senza averne cognizione e diritto.
aggiungete la flotta dell’a330 900neo e gli a350 nella mappa live e parlate del primo a321neo lr spottato ad amburgo?
I due A330-941N sono stati inseriti nelle schede del sito e la mappa live – gestita da FlightRadar24 – li mostrerà senz’altro, quando saranno in volo, assieme ai “cugini” A350. Riguardo l’A321neo, stiamo approntando un articolo sui nuovi arrivi in flotta.